Nessun alimento in natura è sterile, cioè privo di microbi. L’importante è evitarne la moltiplicazione batterica seguendo alcune semplici regole che assicurano una Dieta a Bassa Carica Microbica.
Alcuni alimenti sono particolarmente ricchi di batteri e quindi andranno evitati, altri meno, per cui possono essere assunti senza rischi.
Lo scopo principale della Dieta a Bassa Carica Microbica è quello di ridurre la carica batterica degli alimenti tramite opportune norme igieniche, una idonea cottura e una conservazione adeguata.
Evitare tutti gli alimenti che possono favorire la crescita batterica, come cibi da gastronomie, buffet, insalate e campioni di prodotti alimentari liberi.
Per mantenere un buono stato nutrizionale e affrontare al meglio la convalescenza è importante che l’alimentazione garantisca sempre un corretto apporto di nutrienti, vitamine e sali minerali.
Nei casi in cui, con le sole raccomandazioni dietetiche, non si raggiunga un sufficiente apporto nutrizionale, è consigliata la prescrizione di un piano dietetico personalizzato da parte di un Dietista e l’assunzione di Supplementi Nutrizionali Orali.
I suggerimenti dietetico-comportamentali forniti nella guida sono consigliati durante i vari trattamenti chemio-radioterapici, e fortemente raccomandati durante la chemioterapia ad “alte dosi” pre-trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche.
I candidati a trapianto “autologo” di cellule staminali dovranno seguire le indicazioni suggerite per almeno i primi tre mesi successivi.
In caso di trapianto “allogenico” è bene seguire questi suggerimenti più a lungo, a causa dell’assunzione di farmaci immunosopressori.
Conservazione degli alimenti:
Alimenti surgelati: temperatura di -18° C.
Cibi freddi: temperatura inferiore ai 4°- 5° C.
Prodotti deperibili (latte, yogurt, budini, cibi freddi): temperatura inferiore ai 4° C.
Prodotti non deperibili (pasta, riso, farina, zucchero, legumi): in dispensa ben pulita e areata, suddivisi in confezioni o contenitori ben chiusi.
Olio: ben chiuso, lontano da luce e calore.
Alimenti in scatola: pulire la parte superiore prima dell’apertura, consumare immediatamente il contenuto e gettare il rimanente.
Disposizione degli alimenti in frigorifero:
Curare molto bene la pulizia del frigorifero a frequenza settimanale o quando necessario.
Tutti i cibi devono essere riposti in contenitori o buste perfettamente chiusi.
Riporre i cibi nel seguente ordine: in basso frutta e verdura, quindi carne, pesce e in alto formaggi, creme, latte e panna.
Le uova vanno mantenute nella confezione d’acquisto.
Tenere sempre separati i cibi cotti dai cibi crudi.
Alimenti surgelati:
Controllare che il congelatore abbia 3 o 4 stelle che assicurano una temperatura fino a -18° C.
Non acquistare surgelati o gelati con confezioni ricoperte di cristalli di ghiaccio, sinonimo di precedente scongelamento e ricongelamento, che può portare a deterioramento del prodotto.
Se si congelano cibi preparati in casa, occorre fare monoporzioni con riportata la data di preparazione e riporle nel freezer in modo che non tocchino altri prodotti.
Non scongelare mai i cibi a temperatura ambiente, ma in frigorifero. Ad esempio al mattino per la cena o la sera per il pranzo, oppure utilizzare il forno a microonde.
Preparazione degli alimenti:
Prima di cucinare lavarsi accuratamente le mani. In caso si abbiano tagli o abrasioni indossare sempre i guanti di gomma e, se sono presenti sintomi simil-influenzali, una mascherina.
Detergere con acqua calda e sapone le superfici di lavoro all’inizio della preparazione e ogni qualvolta si cambi pietanza.
Lavare frutta e verdura in modo accurato, utilizzando un disinfettante alimentare.
Cottura degli alimenti:
Cuocere molto bene carne, pesce, uova e verdure, utilizzando la pentola a pressione, il vapore, il forno o la bollitura (per un tempo non inferiore ai 10 minuti).
Consumare il cibo entro 2 ore dalla preparazione, in estate entro 1 ora e non riscaldare mai un alimento più di una volta.
Suddividere il cibo già cotto in piccole monoporzioni all’interno di contenitori ben chiusi e riporli in frigorifero.
Sicurezza dell’acqua e delle altre bevande:
Le bevande in commercio imbottigliate industrialmente sono sicure (acqua minerale, bevande gassate, succhi di frutta in brick, birra, vino). Evitare di bere acqua del rubinetto o di fontane e non utilizzare cubetti di ghiaccio nei ristoranti o altri luoghi pubblici.
È possibile bere tè, tisane o caffè bolliti. Occorre però evitare tutte le bevande che sono state preparate con acqua fredda come frullati, succhi di frutta fresca e centrifugati di verdura.
Dopo l’apertura, le bottiglie di acqua minerale e di bevande dolci gassate devono essere conservate in frigorifero.
Il latte fresco pastorizzato può essere bevuto senza bollitura, ma una volta aperto deve essere consumato in giornata.
Alimenti permessi e da evitare nel periodo post-dimissione.
Alimenti permessi |
Alimenti da evitare |
Pasta e riso conditi con sughi semplici
Creme di legumi ben cotti o passati
Patate bollite o al forno (precedentemente ben lavate e sbucciate)
Pane in cassetta confezionato, grissini, crackers, fette biscottate, biscotti comuni senza creme, marmellate, ecc.
Pizza |
Preparazioni molto elaborate
Pane e derivati reperibili in forni, bar, ristoranti
Brioche o dolci farciti con creme |
Carne ben cotta
Prosciutto, affettati di pollo e tacchino, mortadella, sigillati in vaschette
Pesce bianco cotto al forno, a vapore o in padella
Formaggi stagionati, pastorizzati o ben confezionati tipo sottilette, formaggini cremosi
1 o 2 uova ben cotte |
Carne cruda, insaccati da banco
Carne di cavallo, selvaggina
Pesce crudo
Molluschi e crostacei, salmone affumicato
Formaggi freschi o contenenti muffe, tofu non cotto
Uova crude o creme con uova crude
Salse tipo maionese o ketchup |
Latte e yogurt pastorizzati o UHT, bevande di riso, soia, avena o al cacao pastorizzate o UHT |
Latte fresco non pastorizzato
Latte fermentato con probiotici
Yogurt e formaggi freschi da banco |
Frutta cotta o cruda senza buccia |
Frutta fresca che non si sbuccia (fragole, ciliegie, frutti di bosco…)
Frutta secca, candita o sciroppata
Funghi, alghe, sottaceti, germogli di soia, sottoli |
Gelati confezionati singolarmente, ghiaccioli industriali
Marmellate o miele industriali pastorizzati monoporzioni |
Gelato artigianale |
Zucchero, zucchero di canna, burro, olio, panna o besciamella UHT e sale |
Spezie ed erbe aromatiche aggiunte a fine preparazione |
Integratori e Supplementi Nutrizionali Orali
La prescrizione di Integratori e Supplementi Nutrizionali Orali è indicata in caso l’alimentazione non riesca a soddisfare i fabbisogni di nutrienti e calorie.
Gli Integratori Nutrizionali forniscono proteine e calorie e sono totalmente insapore.
I Supplementi Nutrizionali Orali sono completi e bilanciati dal punto di vista calorico, proteico, vitaminico-minerale. Possono essere in polvere, in formulazione liquida o cremosa, di gusto neutro o aromatizzati, per offrire la massima possibilità di scelta e migliorare la tollerabilità e la palatabilità.
Per valutare le quantità adeguate e il fabbisogno calorico-proteico occorre sempre la prescrizione specialistica.
Si raccomanda l’assunzione lontano dai pasti per non interferire con la normale alimentazione e il senso di sazietà.
Un suggerimento valido è quello di assumere i Supplementi Nutrizionali Orali in associazione ai farmaci, al posto dell’acqua, così facendo si introduce una quantità aggiuntiva di calorie e proteine in modo comodo e semplice.
Le malattie Onco-ematologiche sono forme neoplastiche che colpiscono il sangue, il midollo osseo e i linfonodi e questo comporta una ridotta produzione di tutte le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
I globuli rossi sono deputati al trasporto dell’ossigeno a tutti i tessuti dell’organismo, i globuli bianchi a combattere le infezioni, le piastrine intervengono nella coagulazione del sangue.
La terapia di queste malattie può prevedere uno o più metodi di trattamento (radio-chemioterapia, terapia con anticorpi, radio-immunoterapia o trapianto di Cellule Staminali emopoietiche) causa di ulteriore riduzione delle cellule del sangue e comparsa di anemia, immunosoppressione (abbassamento delle difese dell’organismo) e aumentato rischio di sanguinamento.
L’anemia e la malattia stessa sono le principali cause di stanchezza, astenia, debolezza (detta “fatigue”), Queste sono spesso transitorie e migliorano con la riduzione della dose o la sospensione del trattamento.
In presenza di “fatigue”, fare riferimento ai suggerimenti descritti nella prima parte della guida.
La riduzione delle difese immunitarie (immunosoppressione) e il relativo rischio infettivo possono aumentare in caso di chemioterapia cosiddetta “ad alte dosi”, come nel Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche.
Per contrastare il rischio di infezioni, è importante seguire con attenzione, oltre ad alcune regole comportamentali, un’alimentazione controllata che escluda cibi potenzialmente a rischio dal punto di vista igienico, detta Dieta a Bassa Carica Microbica o Dieta Neutropenica.
L’alimentazione durante la chemioterapia non richiede cambiamenti importanti delle proprie abitudini alimentari, ma piuttosto alcuni accorgimenti da seguire soprattutto in presenza di sintomi gastrointestinali.
Prevenire o contrastare un’eventuale perdita di peso consente di controllare meglio alcuni effetti indesiderati della terapia, inoltre assicurare all’organismo un adeguato apporto calorico-proteico permette un più rapido recupero psico-fisico.
Gli effetti collaterali della terapia non sempre si manifestano, in genere sono transitori e regrediscono al suo termine, la loro entità varia molto da una persona all’altra e, sebbene spiacevoli, fanno parte della cura.
Alcuni farmaci (cosiddetti “antiemetici”) permettono di controllare in maniera adeguata o di eliminare i sintomi. Possono essere inoltre adottati alcuni semplici accorgimenti: limitare i movimenti bruschi, in particolare quando ci si alza dal letto o si cambia postura, riposarsi dopo i pasti ed eseguire esercizi di rilassamento o di auto-training.
Durante il periodo della terapia si consiglia di variare il più possibile la propria alimentazione, assecondare i propri gusti seguendo una dieta leggera, priva di cibi speziati, preferire alimenti asciutti, fare pasti piccoli e frequenti, masticare lentamente e bere preferibilmente lontano dai pasti.
Occorre bere molta acqua (almeno 1,5 litri) sia nei giorni della terapia che in quelli seguenti, per favorire una rapida e naturale eliminazione dei farmaci.
Altri possibili effetti collaterali comuni sono la diarrea, stitichezza, la mucosite e l’alterazione del gusto.
La sensazione soggettiva di stanchezza, spossatezza e mancanza di energie è detta fatigue. Può essere considerata come parte dei sintomi della malattia, come effetto collaterale delle terapie praticate, oppure espressione di uno stato depressivo associato alla diagnosi di malattia.
La fatigue è quindi un insieme di sintomi fisici e psichici che hanno un importante impatto sulla qualità della vita, interferendo sullo svolgimento delle normali attività quotidiane e causando anche disturbi del sonno.
Il suo trattamento deve quindi prevedere la combinazione delle terapie dei singoli sintomi con associato un adeguato sostegno psicologico che ha l’obiettivo di migliorare il benessere globale.
La stanchezza si può avvertire in maniera più marcata nei giorni della terapia, ma anche al suo termine ed è comunque un effetto collaterale temporaneo. La sua caratteristica è di non essere alleviata dal sonno o dal riposo.
Una delle principali cause di fatigue è l’anemia, dovuta alla riduzione dei globuli rossi, che trasportano l’ossigeno a tutte le cellule e forniscono l’energia necessaria per le principali funzioni dell’organismo.
L’anemia può aumentare il senso di stanchezza, tuttavia questo sintomo migliora quando gli esami del sangue rientrano nella norma.
Una corretta alimentazione contribuisce a mantenere il giusto peso, una buona condizione fisica riduce la fatigue.
Inoltre, è buona regola generale cercare di “organizzarsi” nella giornata per assecondare l’organismo che chiede riposo, senza richiedere a sé stessi sforzi eccessivi.
Suggerimenti pratici:
Distribuire le attività nel corso della giornata, non accumularle in un unico momento e concedersi pause di riposo.
Mantenere una corretta alimentazione ed idratazione, in quanto uno stato nutrizionale adeguato riduce i sintomi di stanchezza e mancanza di energie, oltre a ridurre l’eventuale calo di peso.
Organizzarsi per tempo nei momenti di maggior stanchezza, ad esempio dopo una seduta di terapia, in modo da avere già le pietanze pronte che dovranno solo essere scongelate e riscaldate.
Acquistare e consumare cibi surgelati, prodotti in scatola, prodotti precotti o da asporto.
Evitare di fare la spesa o cucinare quando non si ha voglia, chiedendo aiuto ad amici e/o parenti.
Sostituire il pasto con Supplementi Nutrizionali ipercalorici, chiedendo consiglio al medico per la corretta prescrizione, se non si ha voglia di mangiare per mancanza di “energie”.
Svolgere regolarmente una attività fisica leggera, come una semplice passeggiata, può contribuire a contrastare la stanchezza, migliorare il tono muscolare e ridurre i sintomi come nausea, vomito e disturbi del sonno.
Alcuni farmaci chemioterapici e quelli che si utilizzano per la prevenzione di nausea e vomito possono provocare una riduzione della motilità intestinale e facilitare l’insorgenza della stitichezza.
Possono contribuire alla comparsa di stitichezza anche una vita sedentaria, un’alimentazione quantitativamente insufficiente e una ridotta introduzione di liquidi.
Il problema può presentarsi solo saltuariamente e per breve tempo, ma se persiste per diversi giorni non assumere lassativi di propria iniziativa e consultare il medico.
Suggerimenti utili:
Assicurarsi di bere almeno un litro e mezzo di liquidi al giorno come acqua, succo di prugna, di arancia e carote, d’uva o di kiwi.
Bere una bevanda calda al mattino a digiuno, come tè o caffè, può stimolare il movimento intestinale.
A colazione e negli spuntini preferire yogurt con fermenti lattici vivi, fiocchi di avena, biscotti e fette biscottate integrali con marmellata.
Svolgere una regolare attività fisica leggera, come ad esempio una semplice passeggiata, può aiutare la motilità intestinale.
Seguire una dieta ricca di fibre che comprenda:
cereali e derivati : pasta, pane e riso integrali, farina integrale, avena, orzo perlato, segale integrale;
frutta: mele, pere, kiwi, melograni, arance, cachi, fichi d’india, mele cotogne, ananas, frutta secca e disidratata;
ortaggi: cavoli, carciofi, broccoli, carote crude, fagiolini, rape, spinaci, barbabietole, porri, funghi;
legumi: fagioli, fave, lenticchie, ceci, piselli, soia.
La sazietà precoce, che può manifestarsi durante la terapia, o dopo interventi chirurgici, è una condizione caratterizzata dalla sensazione di pienezza che compare dopo aver consumato una piccola quantità di alimenti o prima di aver terminato un pasto normale.
Questo sintomo può portare a ridurre l’assunzione di alimenti e evande.
Alcuni accorgimenti dietetico-comportamentali possono aiutare a superare questo disagio.
Suggerimenti utili:
Consumare pasti piccoli e frequenti (5-6 pasti al giorno), masticare bene i cibi e bere lentamente, meglio tra un pasto e l’altro.
Preferire primi piatti “completi” come ad esempio pasta al ragù di carne magra o di pesce bianco.
Evitare alimenti con eccessivo contenuto di grassi e di fibra, perché rallentano lo svuotamento dello stomaco e sono difficili da digerire.
Evitare i cibi che di solito producono aria, per esempio fagioli, cavoli, carciofi, uva; minestre in brodo, grandi porzioni di passati di verdura o frullati di frutta; bevande gassate.
Bere due cucchiai di sciroppo di menta sciolti in una tazzina di acqua calda, oppure infusi di camomilla, finocchio, cumino.
Usare le erbe aromatiche come basilico, timo, santoreggia e le spezie come cannella, bacche di ginepro e anice.
Svolgere un’attività fisica leggera, soprattutto camminare, può dare sollievo.
L’infiammazione del cavo orale, detta mucosite, è una delle complicanze più frequenti che si osservano nel corso dei diversi trattamenti oncologici (radio-chemioterapia).
I sintomi precoci sono un’ipersensibilità della mucosa orale, fino alla comparsa di arrossamento e gonfiore del cavo orale, con dolore e difficoltà nella masticazione e deglutizione.
In caso di comparsa di piccoli tagli, ulcerazioni e afte vi è un aumentato rischio di infezioni, pertanto si consiglia di consultare il medico.
I sintomi solitamente compaiono dopo la terapia e si risolvono nell’arco di circa due settimane.
Suggerimenti utili:
Assumere liquidi in abbondanza per prevenire la secchezza del cavo orale e usare una cannuccia per limitare il contatto con le zone infiammate.
Consumare bevande e cibi freddi. Aggiungere ghiaccio tritato alle bevande, mangiare gelati e creme fredde a base di latte.
Evitare gli alimenti di gusto aspro come agrumi e frutta acida, pomodori, cibi in scatola che contengono acido ascorbico. Preferire succo di mela, di pesca, di ribes.
Evitare aromi e spezie per insaporire le pietanze, ridurre il consumo di sale da cucina, evitare aceto e succo di limone.
Consumare il cibo sempre ben amalgamato ai condimenti come besciamella, burro, latte e brodi. Preferire alimenti di consistenza morbida come omogeneizzati, polpettine, semolino, creme di riso, purè di patate, formaggio fresco molle.
Eliminare la crosta del pane e gli alimenti duri e secchi come cracker, crostini, toast e fette biscottate.
Limitare il consumo di verdura cruda.
Moderare il consumo di bevande contenenti teina o caffeina, preferire tè deteinato e caffè d’orzo.
Non fumare e non bere alcolici poiché potrebbero peggiorare la sensazione di bruciore.
Mantenere un’adeguata igiene orale con uno spazzolino a setola morbida, dopo ogni pasto e prima di coricarsi e fare sciacqui con soluzione salina o bicarbonato di sodio evitando colluttori contenenti alcool.
La secchezza del cavo orale è dovuta ad una insufficiente produzione di saliva, che in alcuni casi può rendere difficoltose la masticazione e la deglutizione.
La ridotta salivazione potrebbe anche facilitare la comparsa di infiammazioni, erosioni o piccole ulcere della mucosa della bocca, con possibile rischio di infezioni.
Anche semplicemente il ridotto apporto di liquidi e la disidratazione possono essere causa di secchezza della bocca.
Suggerimenti utili:
Bere spesso a piccoli sorsi, per mantenere la bocca umida e favorire la masticazione durante i pasti; le bevande gassate possono risultare più rinfrescanti.
Succhiare cubetti di ghiaccio o ghiaccioli può dare sollievo.
Mantenere i cibi morbidi e umidi con quantità abbondanti di salse, sughi e brodi non piccanti né speziati, oppure con latte.
Limitare gli alimenti secchi come grissini, cracker, fette biscottate e pane tostato, e quelli che richiedono una lunga masticazione.
Evitare di mangiare dolci e cioccolato; succhiare caramelle dure alla menta o limone e masticare gomme senza zucchero perché stimolano la salivazione;
Mantenere un’adeguata igiene orale con uno spazzolino a setola morbida, prima e dopo ogni pasto.
Idratare le labbra con un prodotto specifico da concordare eventualmente con il medico.
La nausea e il vomito sono tra gli effetti indesiderati più comuni dei trattamenti oncologici.
La loro insorgenza, frequenza ed intensità possono essere influenzate da molti fattori dipendenti dal tipo di trattamento scelto per la cura, dalla durata, dalla reattività soggettiva e anche dallo stato emotivo.
L’ansia può facilitare la comparsa di nausea e vomito e peggiorare i sintomi se già esistenti.
Questi sintomi, che si risolvono una volta terminata la terapia, possono essere controllati o alleviati da numerosi farmaci, ma anche da alcuni suggerimenti nutrizionali.
Suggerimenti utili:
Consumare uno spuntino o un pasto leggero ed evitare di mangiare e bere nelle due ore precedenti e successive alla terapia.
Fare pasti piccoli ma frequenti nel corso della giornata non necessariamente rispettando orari stabiliti, masticando bene i cibi per favorirne la digestione.
Non soggiornare in cucina durante la preparazione dei cibi per evitare che gli odori percepiti aumentino la sensazione di nausea o vomito. Farsi aiutare durante la preparazione del pasto o farlo preparare da un familiare.
Consumare solo piatti freddi o a temperatura ambiente, se l’odore dei cibi aumenta la sensazione di nausea.
Consumare cibi asciutti come toast, cracker, fette biscottate, grissini, biscotti secchi o frollini, al mattino, prima di alzarsi; fare una prima colazione ad alto contenuto nutritivo in quanto nausea e vomito sono generalmente meno presenti.
Consumare cibi leggeri, poco conditi, evitare pietanze fritte, molto grasse, troppo salate o dolci e con sapore, odore troppo intensi.
Bere preferibilmente lontano dai pasti, a piccoli sorsi o utilizzare una cannuccia.
Consumare bevande gassate che aiutano a contrastare la nausea; provare ad esempio con acqua minerale, ginger o limonata. Anche il tè alle erbe può risultare gradevole e rinfrescante. Evitare il caffè.
Reidratarsi sorseggiando tè leggero, brodi di verdura salati, brodo sgrassato, acqua minerale naturale in caso di vomito. Qualora il vomito persistesse, contattare il medico.
Non introdurre cibi né bevande per almeno due ore successivamente all’episodio di vomito e provvedere subito all’igiene orale utilizzando un dentifricio dal sapore delicato.
Rilassarsi su una poltrona leggermente inclinata, senza sdraiarsi, dopo mangiato.
Fare un po’ di attività fisica, per esempio passeggiate prima e dopo il pasto.
Per diarrea si intende la presenza di tre o più scariche al giorno di feci non formate o liquide, che può comparire al termine dei trattamenti oncologici oppure a distanza di qualche giorno.
La causa principale di questo effetto collaterale è l’infiammazione e/o danneggiamento della mucosa intestinale (mucosite intestinale).
Una diarrea prolungata può causare problemi di disidratazione, perdita di peso e squilibri idro-elettrolitici, in questo caso occorre consultare il medico.
Suggerimenti utili:
Assumere abbondanti quantità di liquidi durante la giornata per reintegrare le perdite, preferendo bevande ricche di sali minerali, acqua minerale non gassata, tè meglio se deteinato, brodi vegetali leggermente salati.
Seguire una dieta leggera con pasti piccoli e frequenti, diminuendo i grassi e utilizzando solo piccole quantità di olio di oliva crudo. Limitare inoltre il consumo di dolci, marmellate, caffè e cioccolato.
Assumere cibi e bevande a temperatura ambiente.
Preferire riso, pasta, pane bianco, uova ben cotte, carne e pesce magri, preferibilmente bolliti o alla piastra.
Evitare cereali integrali, crusca, legumi, alcuni frutti come fichi, ananas, prugne, uva e la verdura in foglie, fibrosa o fermentante come insalata, verza, finocchi, carciofi, cavolfiore.
Limitare il consumo di latte e yogurt, preferendo quelli “ad alta digeribilità”, formaggi magri come ricotta e fiocchi di latte.
Preferire ortaggi come patate, carote e zucchine, da consumare lessati. In alternativa bere succhi o centrifugati di verdura.
Preferire centrifugati di frutta o mousse, banane mature, mele sbucciate e grattugiate; eliminare la frutta secca e disidratata.
Reintegrare progressivamente gli alimenti che si erano esclusi dalla dieta, superato il periodo di diarrea acuta.